Ortodonzia

Prevenzione in ortodonzia

Nozioni di base

(Feb. 2024)

Una scarsa igiene orale in ortodonzia è la causa principale della maggior parte dei danni nel cavo orale. 

Programmi di igiene orale professionale, istruzioni di igiene orale domiciliare e sigillature di solchi hanno ridotto negli ultimi anni l’incidenza di questi danni.

I pazienti sottoposti a trattamento ortodontico sono da considerare a maggior rischio per lo sviluppo sia di processi cariosi che di malattia parodontale. La presenza nel cavo orale di dispositivi ortodontici fissi e/o mobili può compromettere il controllo della placca.

È risaputo che gli apparecchi ortodontici rendono l’igiene orale difficile anche per i pazienti più motivati. Quasi tutti i pazienti sviluppano un’infiammazione gengivale. La risoluzione dell’infiammazione di solito si verifica già un paio di settimane dopo la rimozione dell’apparecchio.

ORTODONZIA MOBILE

L’ortodonzia mobile viene comunemente usata per la correzione delle malocclusioni. Gli apparecchi removibili permettono movimenti limitati dei denti e stimolando i centri di crescita, modulano la crescita ossea per ottenere un riequilibrio funzionale ed estetico. Per questo motivo non svolgono solo la funzione ortodontica ma anche ortopedica, in quanto correggono e guidano la crescita delle basi ossee.

I mobili sono principalmente utilizzati nella prima fase del trattamento ortodontico, ovvero l’ortodonzia intercettiva, per modificare abitudini errate e comportamenti scorretti durante l’età evolutiva.

Gli apparecchi mobili funzionali e ortopedici influiscono positivamente sulla crescita e sullo sviluppo delle arcate e dei mascellari, agendo sia sulla componente ossea che su quella muscolare.

Il vantaggio per i pazienti in cura con apparecchiature removibili è quello di poter eseguire le normali manovre di igiene. Una volta rimosso l’apparecchio nessun componente resta nel cavo orale.

Nel 1999 una nuova generazione di apparecchi è stata introdotta nel mondo ortodontico: gli allineatori trasparenti. Le componenti principali di questa tecnica sono delle mascherine trasparenti sequenziali che coprono tutti i denti e il margine della gengiva.

Queste mascherine, realizzate attraverso la metodica CAD-CAM, spostano gradualmente i denti fino a raggiungere la posizione ideale.

Il sistema unisce alcune caratteristiche della terapia fissa e alcune degli apparecchi rimovibili. Idealmente, questi allineatori vanno indossati quasi tutto il giorno: viene consigliata la rimozione della mascherina solo per mangiare o bere.

Tuttavia risulta fondamentale la corretta detersione degli apparecchi e delle mascherine.

ORTODONZIA FISSA – GESTIONE

Gli apparecchi ortodontici fissi creano numerosi siti di ritenzione della placca e quindi aumenta il rischio di sviluppare white spot, carie e malattia parodontale.

I pazienti con apparecchi fissi devono seguire protocolli di igiene orale molto rigidi per evitare tutti questi effetti collaterali. L’apparecchio fisso è formato da un sistema di attacchi, bande e tubi applicati direttamente sulla superficie esterna dei denti mediante sistemi adesivi compositi. Un filo metallico, inserito in questi attacchi, permette di spostare progressivamente i denti nella direzione desiderata. Gli inconvenienti più frequenti sono: il distacco di bande e bracket; la comparsa di piccole ferite sulla mucosa (legate a eventuale trauma dell’apparecchio sui tessuti molli); la comparsa di gengiviti; l’insorgenza di carie o decalcificazioni (macchie bianco gesso o marroni).

La mancanza di igiene può determinare inoltre, nella peggiore delle ipotesi, una vera e propria perdita di osso.

L’igiene orale durante la terapia ortodontica fissa non differisce da quella consueta, ma alcune manovre devono subire degli “aggiustamenti” per essere adattate alla presenza delle apparecchiature.

Per quanto riguarda lo spazzolamento, sarebbe opportuno lavare i denti dopo ogni pasto o spuntino (entro 10 minuti circa), meglio utilizzando uno spazzolino ortodontico, associato a un dentifricio contenente fluoro. Il movimento sarà, sulla superficie vestibolare, orizzontale inizialmente, seguito poi da uno spazzolamento a 45° sopra e sotto le alette dei bracket. Sulla superficie linguale dei denti il movimento sarà invece quello convenzionale dalla gengiva verso il dente. Occorrerà spazzolare adeguatamente anche le superfici occlusali, soprattutto dei denti su cui sono state cementate delle bande, per evitare insorgenza di carie a livello dei solchi e fossette.

La pulizia di parti difficilmente raggiungibili può essere realizzata con l’impiego di spazzolini monociuffo che consentono facile accesso anche alle zone più posteriori.

Scovolini interdentali possono essere invece utili per pulire la zona tra attacco e attacco, sotto il filo ortodontico. Anche la pulizia degli spazi interdentali è fondamentale e si consiglia l’uso di un filo spugnato, dotato di un’estremità rigida per poterlo infilare tra gli spazi. Queste manovre hanno bisogno complessivamente di almeno 3 minuti ogni volta.

Utili per verificare che la pulizia sia avvenuta in maniera corretta sono le pastiglie rivelatrici di placca, che andrebbero utilizzate settimanalmente per individuare quelle zone in cui è necessario insistere maggiormente con l’igiene.

Infine, un buon ausilio per completare la pulizia può essere rappresentato dall’uso di collutori. I principi attivi più usati in ortodonzia sono la clorexidina e il fluoro. La prima è particolarmente indicata per il controllo degli stati infiammatori (mentre il fluoro è importante per l’azione topica di rinforzo dello smalto), ma se utilizzata quotidianamente dovrebbe avere una concentrazione non superiore allo 0,05% per evitare effetti collaterali. Una delle associazioni migliori è quella tra clorexidina 0,05 % e fluoro 0,05%.

CONTENZIONE IN ORTODONZIA – GESTIONE

La contenzione è quella fase della terapia ortodontica che inizia quando finisce il trattamento ortodontico attivo. Questo non significa che debba essere considerata una fase accessoria o superflua, ma come il corretto finale del trattamento ortodontico.

È molto spiacevole, a volte, dover osservare un caso trattato perfettamente che poi nel tempo presenta una recidiva.

Partendo dal fatto che qualunque malocclusione, se lasciata a se stessa, trova un equilibrio in rapporto con l’ambiente muscolare e la dinamica funzionale, dopo il trattamento ortodontico, in assenza di una forza che stabilizza il risultato, i denti tendono a tornare nelle loro posizioni iniziali.

Esistono diversi dispositivi usati per la fase di contenzione, e si possono dividere in due grandi gruppi:

• Dispositivi mobili;
• Dispositivi fissi.

I pazienti in contenzione devono essere educati alla corretta gestione dei presidi meccanici per il controllo della placca, così da non correre il rischio che eventuali dispositivi ortodontici possano aumentare il rischio di sviluppare problemi gengivali o carie. Per quanto riguarda i dispositivi di contenzione mobile, le indicazioni sono:

• Istruire a una corretta igiene orale, individuando la tecnica di spazzolamento più adatta al caso, istruzioni all’utilizzo del filo interdentale e dove necessario dello scovolino;
• Individuare le corrette metodiche per mantenere l’igiene dell’apparecchio ortodontico di contenzione (placchetta, retainer ecc.): lavare con lo spazzolino utilizzando un detergente non abrasivo (quindi non il dentifricio) tutte le volte che lo si mette e che lo si toglie dalla bocca. Possono essere utili anche le pastigliette per la disinfezione degli apparecchi ortodontici mobili.

Più difficoltosa risulta la gestione di una corretta igiene orale per quanto riguarda la contenzione fissa che solitamente consiste in un filo ortodontico liscio o intrecciato posto sulle superfici linguali dei denti anteriori e si estende da canino a canino ed è posizionato a circa metà dell’altezza del dente:

• Istruzioni alla tecnica di spazzolamento più adatta al caso sia per le superfici linguali che per quelle vestibolari;
• Indicazioni per l’utilizzo dello scovolino, da passare negli spazi interprossimali facendo attenzione a restare sotto lo splintaggio (sotto al filo ortodontico);
• Utilizzo del filo interdentale super-floss, caratterizzato da un’estremità rigida che ne permette l’inserimento al di sotto dello splintaggio (come ago-filo).

CONCLUSIONI

La terapia ortodontica è un vero e proprio percorso che richiede quindi molta costanza, applicazione continua e un’attenzione particolare per 24 ore al giorno, anche dopo la fine della terapia stessa.

L’ortodonzista e tutto lo staff saranno sempre a disposizione per supportare il paziente durante ogni singola fase per massimizzare l’efficacia della terapia, per preservare denti e gengive e raggiungere così il risultato previsto.

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