"Dentista...ma non troppo."

Approfondimenti, notizie, riflessioni, idee.

 

"Nessuna giornata in cui si è imparato qualcosa è andata persa"

(Davis Eggins)

Ecco uno degli strumenti più potenti a tua disposizione...

Lunedì 20 marzo 2023

 

Spazzolino elettrico: sì o no?
Si.
Ormai le evidenze scientifiche sono tutte dalla sua parte, e anche le opinioni dei pazienti che lo hanno provato per brevi periodi di tempo sono una garanzia.

 


 

Nella mia pratica quotidiana ormai riscontro esiti favorevoli e positivamente inaspettati quando parlo con i pazienti riguardo a questo tema.
Bocche cambiate profondamente: gengive di un bel colore rosa e asciutte, superfici dei denti lucide e senza depositi di placca e tartaro.

Brevemente: tutto molto bene.


Ma in sintesi cosa fa lo spazzolino elettrico?
Ecco le caratteristiche più importanti:

  1. Movimento rotatorio che favorisce la disgregazione della placca;

  2. Testine di più forme che si adattano meglio a situazioni specifiche (gengive sensibili, denti sensibili, apparecchi ortodontici);

  3. Sensori di pressione che ti aiutano a usare la forza giusta evitando traumi alla gengiva;

  4. Possibilità di scegliere il programma di spazzolamento più adatto alle tue esigenze;

  5. Timer che ti aiuta a rispettare i giusti tempi di spazzolamento;

  6. Possibilità di collegare lo spazzolino allo smartphone per statistiche sullo spazzolamento e conseguente miglioramento della comunicazione con il dentista.

 

È una bacchetta magica?
Niente di magico, e la differenza la fa sempre la mano del paziente e la sua capacità di imparare un nuovo modo di pulire la bocca.
È un nuovo modo di prendersi cura della bocca che richiede tempi e modi giusti che solo il dentista e l’igienista dentale possono mostrarti.


Per quanto riguarda invece il modello giusto da scegliere la situazione si complica in quanto l’offerta a disposizione è molto ampia, ma anche in questo caso l’aiuto dello specialista è fondamentale per evitare l’acquisto di funzionalità che oggettivamente risultano inutili ai fini di una buona pulizia (programmi di sbiancamento, possibilità di montare testine fantascientifiche, ecc..).
Anche in questo caso, la visita e in particolare modo la seduta di igiene orale professionale sono ottime occasioni per approfondire l’argomento e per chiarire i punti più complessi.


Sembra tutto facile ma oggettivamente, l’uso dello spazzolino elettrico richiede molta applicazione, soprattutto nelle prime fasi, per capire a fondo il suo vero modo d’uso.
La regola più importante da seguire, e il sensore di pressione è un ottimo sistema per ricordarlo, è quella di non farsi male, usare quindi lo strumento non con la forza ma con i giusti movimenti.
Movimenti che inizialmente risultano difficili, ma con un buon esercizio diventano naturali e perfetti per una buona pulizia.
Il concetto generale è quello di occuparsi di un dente alla volta, adattando il più possibile la testina alla superficie dentale che stiamo pulendo, facendo seguire un movimento di “fuga” dal dente, in modo da portare via meccanicamente lo sporco dalle superfici.
Sembra complicato, ma in soli 5 minuti, con l’aiuto del dentista, puoi imparare agevolmente la tecnica.


Dove puoi comprare lo spazzolino elettrico?

Ovunque. Anche per questo aspetto ti conviene consultare il dentista, che spesso può offrirti opportunità di risparmio grazie a gruppi di acquisto, buoni sconto o altri sistemi agevolati.


Non hai ancora uno spazzolino elettrico?
Parlane con il dentista e inizia da subito a godere di una bocca fresca e pulita!

 

 

Riccardo,

dentista…ma non troppo.

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Chissà quante volte hai dovuto rinunciare a....

Lunedì 6 marzo 2023

 

 

“Dottore sento freddo!”


“Sentire il freddo” va interpretato, tradotto e verificato in modo accurato.

 

 

 


Ci sono condizioni in cui ad esempio è normale accusare una sensazione dolorosa quando i denti entrano in contatto con acqua o aria fredda: subito dopo un trattamento sbiancante professionale, subito dopo la realizzazione di un’otturazione molto profonda, dopo una seduta di igiene orale professionale nel caso in cui ci siano grossi depositi di tartaro.
In molti altri casi invece è tutt’altro che normale: devi poter bere una bibita o una birra ghiacciata (bevi responsabilmente?), gustarti un gelato, lavarti i denti con l’acqua ghiaccia.


Iniziamo intanto a specificare che l’ipersensibilità è una condizione in cui spesso i pazienti accusano problemi anche con la presenza in bocca di cibi e bevande particolarmente calde, acide o dolci.


Cosa causa questa situazione?
Ecco i fattori più comuni:

 

  1. Tartaro;

  2. Spazzolino da denti con setole troppo dure;

  3. Spazzolamento aggressivo;

  4. Dentifrici troppo aggressivi sullo smalto (compresi quei pastrocchi a base di bicarbonato e limone);

  5. Consumo eccessivo di bevande e cibi acidi;

  6. Bruxismo.

E come posso fare per stare meglio?

Anche qua possiamo intervenire in molti modi diversi prima di dover arrivare a terapie troppo invasive quali l’eventuale devitalizzazione di un dente troppo sensibile.
Primo passo necessario è quello di instaurare delle buone abitudini quotidiane di igiene orale e di alimentazione, preferibilmente insieme all’igienista dentale e al dentista.
Alcuni aspetti devono essere “cuciti su misura” in base alla situazione orale di ciascun paziente e non di certo sulla base di soluzioni miracolose e dettate da una pubblicità vista su Facebook o Instagram.


Lo so, è molto allettante avere una soluzione semplice e veloce come quelle mostrate sui social, ma la realtà è che quando si parla di salute, i consigli del medico di fiducia sono impareggiabili.


Inizia da questi 5 punti per migliorare la situazione:

 

  1. Usa dentifrici e collutori con principi attivi specifici per il rinforzo dello smalto (solitamente hanno nel nome parole come “denti sensibili”, “sensitive”, ecc.)

  2. Usa delicatamente uno spazzolino con setole morbide o al massimo medie;

  3. Usa periodicamente prodotti specifici per l’ipersensibilità dentinale come gel e sieri da applicare con mascherine su misura (ad esempio “Biorepair Trattamento d’urto” o “Regenerate”);

  4. Cerca di controllare l’assunzione di bevande gassate e zuccherate;

  5. Limita condimenti eccessivi a base di aceto e limone;

  6. Tieni sotto controllo eventuali situazioni di reflusso gastroesofageo (gli acidi provenienti dallo stomaco sono molto aggressivi in bocca);

  7. Tieni sotto controllo il serramento dei denti e il bruxismo lasciandoti consigliare dal dentista per l’uso di un bite per la notte e per l’attività sportiva;

  8. Fai l’igiene orale professionale ogni 6 mesi;

  9. Non trascurare mai le piccole “fitte di dolore” quando bevi o mangi: potrebbe anche essere una carie;

  10. Ascolta i consigli del tuo dentista ?

Sembra troppo? Tranquilli, no.

È il minimo per non incorrere in problematiche più serie.


Quante volte ti sei arrabbiato quando mordendo un gelato hai avuto quel dolore che ti sale in alto alla testa, e hai provato a spostare in bocca quel gelato da una parte all’altra senza trovare il modo di masticarlo?
Quante volte hai dovuto usare l’acqua tiepida per lavarti i denti e sciacquarti la bocca?
Pensa a quando, bevendo un bicchiere di acqua bella fresca, ti sei ritrovato/a con le mani sulla faccia per il dolore su tutti i denti.
Situazioni davvero fastidiose e limitanti.
La soluzione giusta c’è.


Prenota la tua visita dal dentista e la troverete insieme!

 

 

Riccardo,
dentista…ma non troppo.

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Tecnologia? Si grazie...ma non troppo.

Lunedì  13 febbraio 2023

 

La tecnologia avanza.

Avanza in tutti i campi e porta con se fiumi di considerazioni più o meno positive: la tecnologia ci aiuta, la tecnologia ci rovina, la tecnologia fa bene, la tecnologia fa male. Decidiamoci, o meglio: cerchiamo di capire. Come spesso accade, la risposta giusta è "dipende".

 

 

 Laser a diodo "Doctor Smile"

 

 

La tecnologia è uno strumento che la ricerca e la scienza hanno messo a nostra disposizione.

Siamo sempre e solo noi a decidere che cosa fare di questi strumenti.

 

L'esempio più facile che mi viene da fare è lo smartphone: siamo noi che decidiamo se usarlo nel tempo libero per guardare gattini su Youtube oppure se ascoltare un podcast del nostro argomento preferito.

Siamo sempre noi che usiamo Facebook per condividere video virali con formiche che ballano oppure cercando di organizzare una reunion con i nostri vecchi compagni di scuola elementare.

Potrei durare per ore a fare esempi più o meno intelligenti, e sicuramente anche voi.

Mi limito a ripetere che siamo noi a decidere che uso fare della tecnologia. Ognuno di noi ha in mano uno strumento potentissimo e decide per se come usarlo.

 

Lo stesso accade, nello specifico, anche nel mio lavoro: apparecchi radiografici digitali, laser a diodo, software che ti dicono come diventerai dopo un trattamento ortodontico, impronte digitali e così via.

Tutte opportunità fantastiche ma che lasciano il tempo che trovano se usati senza un criterio. Proprio a proposito del laser, qualche anno fa, c'è stata una campagna abbastanza illusoria in cui molti raccontavano di poter guarire pazienti dalle più svariate patologie orali SOLO con il laser.

C'era una luce laser per tutto: per la gengivite, per la carie, per l'anestesia, per la chirurgia, insomma si poteva fare di tutto.

 

E ora?

Ora, con il laser, abbiamo capito una delle lezioni più importanti dell'ultimo decennio: un nuovo strumento difficilmente fa qualcosa autonomamente (almeno per quanto riguarda il nostro lavoro).

Il laser in se per se non cura niente.

Premetto: possiedo e uso un laser a diodo quotidianamente già da anni.

Detto questo vi dico anche che il laser è uno strumento fantastico che per fortuna è stato messo a punto dopo anni di ricerca e ora, grazie a questo, riusciamo a fare le stesse cose di prima ma in tempi e modi che prima erano impensabili.

 

Esempio: chirurgia laser cosa vuol dire? Con il laser incidiamo la gengiva e le mucose come con un bisturi, però abbiamo molto meno sanguinamento, meno dolore post-operatorio, guarigione più veloce.

In questo caso abbiamo fatto quindi la stessa cosa che abbiamo sempre fatto (tagliare) ma aggiungendo un comfort incredibile al paziente e un risultato più predicibile.

Se usiamo invece il laser per trattare una tasca gengivale aggiungiamo un passaggio alla normale pulizia profonda con strumenti sonici e manuali. In questo caso la luce laser serve a "sterilizzare" la zona già pulita, andando così a diminuire ulteriormente la possibilità che alcuni batteri siano sfuggiti alle operazioni meccaniche.

Si può intuire che se continuassi a fare esempi, continuerei solo a farvi vedere che il laser è un fantastico aiuto a quello che già facevamo. E' un supporto unico a numerose terapie, un'opportunità unica per tutti.

Da qui a dire che senza non potremmo curare i pazienti....

 

E così è per qualsiasi altra tecnologia presente nello studio dentistico: radiografie digitali, impronte digitali, strumenti per la pulizia etc.

E allora cosa significa tutto questo pippone?

Significa che non dobbiamo mai lasciarci abbindolare, anche dal dentista, da fantomatiche terapie miracolose che riescono solo grazie allo strumento di turno. E' il professionista che fa la differenza ed è il modo in cui il professionista decide di usare la tecnologia in questione e di adattarla al meglio alle esigenze del paziente che di volta in volta deve curare.

 

E noi a casa proviamo a fare lo stesso: siamo ricoperti di aggeggi elettronici e da nuove tecnologie, le nostre giornate spesso sono solo un incastro tra uno scroll su Instagram e giochi con Alexa.

Iniziamo a dare un senso a queste tecnologie e ad usarle in modo "etico", iniziamo a decidere noi come usarle e smettiamo di rimanere intrappolati nel modo che qualcun altro o qualcos'altro ci dice di usarle.

Qualcuno vuole che le usiamo in un certo modo non per il nostro bene (o quello del paziente) ma solo per il bene delle tasche di qualcun altro.

Siamo sempre e solo noi a fare la differenza.

 

 

Riccardo,
dentista...ma non troppo.

 

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E tu, quante volte lo hai usato?

Lunedì 23 Gennaio 2023

 

 

 

Il medico più famoso e contattato al mondo: Dottor Google. Chi di noi non ha mai approfittato di una diagnosi redatta dall'equipe del Dr. Google?

 

 

 

Assisto ogni giorno a improbabili diagnosi fatte in totale autonomia e pure a relative terapie, anche farmacologiche. Pazienti che si lamentano perchè colleghi, medici di famiglia e pediatri non hanno prescritto la terapia che loro stessi hanno ideato.
Una situazione che quotidianamente rallenta il nostro lavoro di indagine e diagnosi e che soprattutto in molti casi diventa pericolosa per la salute dei pazienti.
Internet è uno strumento meraviglioso e potente, talmente potente che ci mette nelle condizioni di venire a conoscenza, in un lampo, di informazioni di ogni genere.

Questo però non implica il fatto di essere competenti in ciò che leggiamo, soprattutto quando abbiamo a che fare con argomenti che non riguardano il nostro campo di azione.

 

Vi consiglio tra l’altro di dare una lettura all’ormai famoso “Effetto Dunning - Kruger”…sul web potete trovare spiegazioni molto efficaci :-).

Questo effetto spiega benissimo perché dopo aver letto un paragrafo sulle infezioni orali, tutti si sentano dei dentisti pronti a fare il proprio lavoro, senza rendersi conto che…non ne sanno niente.

 

Io per primo uso Google ogni santo giorno per mostrare immagini esplicative ai pazienti e spesso faccio fatica a trovare qualcosa di “vero”: scrivo “perno” e Google mi fa vedere un impianto, scrivo “ponte dentale” e Google mostra uno scheletrato. È proprio chiaro che questa grande quantità di informazioni, senza un minimo di competenze per poter essere interpretate correttamente, sono inutili e dannose.
C’è poco da fare: i miracoli nell’apprendimento non esistono. Per diventare competenti in una materia servono anni di studio e, successivamente, tanta pratica.

Gladwell dice che servono 10.000 ore di applicazione per poter essere molto bravi in quello che vogliamo. Forse è vero, forse no. Di ricerche ne sono state fatte molte ma una cosa è sicura: 30 minuti di lettura di un post su Facebook o su Wikipedia non ti rendono esperto, ne tantomeno ti mettono nella posizione di poterti confrontare con un medico. E se non puoi confrontarti con un medico non puoi neanche pensare di essere pronto a prescriverti terapie antibiotiche, antinfiammatorie, cortisoniche e chi più ne più ne metta.


Troppo spesso apprendo “alla poltrona” di terapie antibiotiche fatte per un arrossamento gengivale perché “ho letto che è un problema di batteri” oppure perché “so di avere un granuloma e così ora l’ho mandato via”; Brufen e Oki come se piovessero perché “le gengive erano infiammate e su un gruppo Facebook mi hanno consigliato in molti di prendere un antinfiammatorio”.
Rimango sempre calmo di fronte a queste situazioni perché capisco che la questione è molto più complessa di quanto crediamo: non si tratta solo di effetto Dunning/Kruger, credo ci sia un problema di fiducia nei confronti di molte categorie professionali, tra cui anche la mia, che ormai ha condizionato (non irreversibilmente) il modo in cui molti si approcciano al consulto.


È mio dovere, e anche di tutti i professionisti in generale, tornare a fare il proprio lavoro in modo più etico e trasparente nei confronti dei pazienti, in modo da ricostruire quella fiducia che permetta alle persone di riconoscerci come fonti attendibili, autorevoli e punti di riferimento per i loro bisogni.
C’è bisogno di molta pazienza, voglia di aiutare e soprattutto tempo per ascoltare le persone, accogliendole come un motore di ricerca non riuscirà mai a fare. Non esiste intelligenza artificiale al mondo che sia in grado di usare il fattore più importante di una terapia o di un intervento da parte di un professionista: il tempo.
Con il giusto tempo si può, più o meno facilmente, instaurare una relazione, si può entrare in contatto in modo più intimo e personalizzato.
Tempo necessario alla comunicazione.
Comunicazione che nel codice deontologico stesso è considerato "tempo di cura del paziente".
E di tempo Google non ne ha, ne per te, ne per nessuno al mondo.


Sembra cosi' semplice ma, di fatto, non lo e'.

Tutto va veloce, troppi professionisti hanno perso il concetto del "tempo di cura" e altrettanti pazienti hanno perso il concetto del comunicare/interagire per conoscersi e poter instaurare un rapporto.

 

Parole, le mie, che sono gia' state dette e ripetute migliaia di volte, ma spero comunque di spingere qualcuno ad una riflessione per cui si capisca che improvvisarsi e' pericoloso, e' presuntuoso, e' stupido.

 

Viva Google in generale, ma il dottore meglio vederlo di persona, magari scambiarci una battuta e bersi anche un caffè insieme. A volte si guarisce anche solo “parlando”.

 

La pensi come me? Oppure spesso ti affidi ai motori di ricerca per capire il tuo stato di salute? Pensi che parlare possa aiutarti a risolvere alcuni tuoi problemi? Fammi sapere nei commenti e…parliamone! :-)

 

 

Riccardo,
dentista…ma non troppo.

 

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Intro

Lunedi' 2 gennaio 2023

 

 

Quello che mancava, ora c’è.

C'è uno spazio dove possiamo approfondire, mostrarvi qualcosa in più di noi, del nostro modo di lavorare e di quello che pensiamo.

 

  Dott. Bianchi - Dott. Vicard

 

 

C'era bisogno di uno spazio in cui noi, insieme a voi, potessimo interagire in modo più costruttivo senza il rumore assordante dei social.

 

Il mondo di oggi scorre velocemente, soprattutto sulle piattaforme che più amiamo e che più divorano le nostre risorse di attenzione.

La nostra attenzione ha infatti dei limiti, ed è continuamente sotto attacco, soprattutto quando ci troviamo in presenza di smartphone e più in generale di internet.

E’ difficile ritagliarsi degli spazi in cui possiamo leggere, riflettere, approfondire e capire, in particolar modo su argomenti di primo interesse come la nostra salute.

Il blog intende staccarsi da questa confusione, vuole proteggere la vostra attenzione, offrendo un momento di calma e serenità per poter riflettere su ciò che noi scriviamo e che voi leggerete.

 

Sappiamo bene che, internet riesce a fornirci qualsiasi tipo di informazione vogliamo, in modo veloce e più o meno efficace, ma abbiamo perso il controllo per quanto riguarda l’attendibilità delle fonti che consultiamo abitualmente.

Le informazioni che troviamo sono sempre più viziate da algoritmi che ci mostrano ciò che credono sia giusto per noi, e difficilmente possiamo avere una visione oggettiva su argomenti di nostra scelta, a meno che non ci rivolgiamo direttamente a fonti di nostra fiducia, evitando l’intromissione dei vari motori di ricerca.

 

Ci poniamo quindi l’obiettivo di essere anche una fonte di cui fidarsi.

Ci piace essere un punto di riferimento certo per i nostri pazienti (lo siamo ogni giorno alla poltrona), e saremmo felici di esserlo per tutti coloro che avranno voglia di conoscerci meglio, anche tramite un messaggio di posta elettronica.

 

Quello che scriviamo è anche quello che diciamo ogni giorno ai nostri pazienti, è quello in cui crediamo, è quello che studiamo.

Ci piace l’idea di rinforzare quello che già sapete e che ripetiamo a tutti i pazienti ormai da anni, e ci piace ancora di più l’idea di imparare cose nuove e potervele comunicare mano a mano che le scopriamo.

 

Sarà un percorso di crescita per tutti, soprattutto se anche voi riuscirete a darci dei feedback su ciò che trattiamo: commenti, critiche, suggerimenti. Tutto è ben accetto, purché serva a voi e a noi per crescere.

Perchè è così che si cresce: interagendo e scambiandosi opinioni, meglio se diverse.

 

Non parleremo solo di odontoiatria e salute orale, parleremo anche di tutto ciò che ci piace e che magari piace anche a voi.

 

Noi siamo pronti, vi aspettiamo!

 

 

Riccardo,

dentista…ma non troppo.

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  • Cristina Casubolo (sabato, 07. gennaio 2023 08:50)

    Buon anno!
    Ottima iniziativa, grazie!
    A presto, cari saluti

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